Corradi Clini, lettera a Il Manifesto del 19.9.2013
Corradi Clini rivendica (il manifesto del 18.09) la correttezza del suo comportamento nei confronti dell’Ilva ricordando che, da Ministro, il 16 luglio del 2013 (cioè con due anni di ritardo), aveva segnalato alla Commissione Industria del Senato l’inadeguatezza dell’Aia del 2011, emessa quando Clini era Direttore Generale dello stesso Ministero, cioè braccio operativo di una Ministra – aggiungo io – totalmente incompetente, come e forse più di tutti quelli che l’avevano preceduta dal 1997 in poi. Clini lamenta il fatto che le imprese italiane sono riluttanti ad adottare misure di protezione ambientale adeguate e che spesso le amministrazioni locali mettono in scena delle finte opposizioni nei loro confronti con il solo scopo di tirarla in lungo. Grazie tante; e il Ministero, che ci sta a fare? Clini riconosce che l’Aia del 2011 – poi, sotto l’incalzare delle contestazioni di Magistratura, lavoratori e opinione pubblica, corretta con quella del 2012, peraltro tutt’ora inapplicata o in fortissimo ritardo – era “scarsamente motivata sul piano tecnico” – cioè le sue 462 prescrizioni erano pura “fuffa” – ed era “caratterizzata da un compromesso politico”. Che è appunto quello che ho sostenuto nel mio articolo del giorno prima: cioè da uno scambio tra il sostegno dei Riva al “salvataggio” elettorale di Alitalia e la libertà dell’Ilva di continuare a inquinare e uccidere con un’Aia tagliata su misura. Guido Viale.
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