Articoli taggati con: Fiat
Lavoro e conoscenza (“Left”, maggio 2013)
Conoscenza e lavoro sono essenziali per affrontare le tre principali dimensioni della crisi: ambientale, sociale ed economica.
Il tema della conoscenza va sottratto all’ambito ristretto della sua istituzionalizzazione nella scuola, nell’Università e nella ricerca – un confinamento che è stata la premessa del loro smantellamento – perché essa è anche e soprattutto un insieme di saperi diffusi e non valorizzati di cui …
Dobbiamo muoverci (“il manifesto”, 10 aprile 2012)
Crisi del mercato – italiano ed europeo – dell’auto, attacco governativo agli incentivi per le energie rinnovabili, movimenti NoTav, NoTem (Tangenziale esterna milanese) ed altri simili: sono fatti da prendere in considerazione insieme. E insieme, anche, a due altri problemi: chi deve tenere insieme quei fatti? E dove? Di questi tre problemi il più serio è il terzo: perché occorre …
L’estremismo del capitale (“il manifesto”, 27 marzo 2012)
Ferruccio de Bortoli in un suo editoriale sul Corriere della Sera di sabato ritiene che il rischio che le imprese usino la riforma dell’art. 18 per liberarsi anche dei lavoratori scomodi (come ho sostenuto sul manifesto) oltre che di quelli anziani o logorati dal lavoro (come ipotizzato lo stesso giorno dal prof. Mariucci su l’Unità) rispecchi «una visione novecentesca, ideologica …
La posta in gioco (“il manifesto”, 23 marzo 2012)
L’azzeramento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non è una misura per rendere “flessibile” il mercato del lavoro, ma per rendere “rigidi” (fino al parossismo) il regime di fabbrica e la stretta sui ritmi di lavoro. Certamente nei prossimi mesi e anni ci saranno, uno a uno, o, meglio, quattro a quattro ogni quattro mesi, decine di migliaia di licenziamenti …
La parola alle nostre Conferenze di produzione (“il manifesto”, 11 marzo 2012)
Immaginiamo il prof. Monti travestito da studente (ovviamente fuori corso) che si presenta a un esame di economia alla Bocconi, di cui è stato anche Rettore; e che alla domanda: “Quando si presenta un’analisi costi benefici?” risponde “Dopo l’approvazione del progetto”. Bocciato (sia Monti che il progetto) senza se e senza ma. Eppure è proprio questo che ha sostenuto Monti, …
L’uscita di Fiat da Confindustria (il foglio, 5 ottobre 2011)
La Fiat che esce da Confindustria è come il sorcio che abbandona la nave che affonda. Il sorcio è Marchionne, che pensa di aver trovato un vascello più sicuro in Chrysler, le cui vendite viaggiano a gonfie vele negli Stati uniti, anche se in un mare agitato, dove la più piccola delle big three (che però produce auto smisuratamente grandi …
Su una possibile riconversione delle ex carrozzerie Bertone, ora della Fiat (il manifesto, 23 aprile 2011)
Ci risiamo. Adesso è il turno delle carrozzerie Bertone. Il ricatto è sempre quello: o fate quel che dico IO – rinunciate alla salute (quel poco che vi resta), ma anche ad ammalarvi; alla famiglia (vi aspettano diciotto turni più gli straordinari); ai diritti (quello di sciopero e quello di scegliere i vostri rappresentanti); ai ricorsi in tribunale (Marchionne è …
Sul nuovo feudalesio aziendale instaurato dall'”accordo” di Mirafiori (il manifesto, 19 febbraio 2011)
L’accordo sottoscritto a Mirafiori da tutti i sindacati tranne la Fiom e passato al vaglio di un referendum con un ristretto margine di voti, espressi sotto il ricatto di perdere per sempre il lavoro, rischia di ripiombare il paese in un vero e proprio “feudalesimo aziendale”.
Quell’accordo, che ogni lavoratore dovrà poi sottoscrivere individualmente se vuole essere riassunto dalla nuova società …
Ecco cosa sarebbe successo se nel referendum di Mirafiori avessero vinto i no (“il manifesto”, 19 febbraio 2011)
Nessuno si è chiesto che cosa sarebbe successo se a Mirafiori avessero vinto i no.
Non è una domanda peregrina; in fin dei conti i sì hanno vinto per pochi voti. Se avessero vinto i no, Marchionne, i sindacati gialli (Cisl, Uil, Fismic e compagnia) e Sacconi (in rappresentanza di un governo che non esiste più) avrebbero subito uno smacco ancora …
Un articolo (a richiesta) sulle dichiarazioni di Marchionne a “Che tempo che fa” (26 ottobre 2010)
Per oltre quattro anni Sergio Marchionne è stato uno dei manager più discreti d’Italia: comunicava con il resto del paese attraverso i bilanci dell’azienda, gli interventi in consiglio di amministrazione e i suoi maglioncini. Da qualche tempo ha cominciato a fare delle clamorose uscite in pubblico.